La provincia di "Terra di Lavoro"
Già presente nel Regno delle due Sicilie, dopo l'unità d'Italia continuò ad essere tale fino alla soppressione da parte del regime fascista nel 1927.
I centri principali della provincia erano, oltre al capoluogo Caserta,
Aversa, Capua e Santa Maria Capua Vetere, San Germano (ribattezzata Cassino nel 1863), Formia (nata nel 1862 dall'unione dei comuni di Castellone e Mola di Gaeta), Gaeta, Minturno, Castelforte, Santi Cosma e Damiano, Ausonia, Spigno Saturnia, Sora, Isola del Liri, Fondi, Nola, Teano, Sessa Aurunca e Venafro, nonché, per importanza storica, Aquino, Arpino (città natale di Cicerone) e Roccasecca (che si contende con la stessa Aquino i natali di San Tommaso). Faceva parte della provincia, inoltre, il comune insulare di Ponza e Ventotene.

Partendo da questa situazione geografica possiamo iniziare la nostra storia .
Da recenti ricerche antropologiche, incrociando vari aspetti storici legati alla festa "madre" dei Gigli di Nola , vede coinvolti i lavoratori terrieri delle nostre zone, i contadini recalesi che erano impegnati a lavorare nei campi per coltivare e raccogliere la canapa, il granturco e il tabacco, venivano reclutati, già dagli inizi dell' 800, dai maestri di festa di Nola, che organizzavano la festa dei gigli in onore di San Paolino, per trasportare le famose macchine a spalla, gli 8 obelischi che danzavano per il centro storico della città che all' epoca faceva parte della provincia di Terra di Lavoro (Provincia di Caserta).
Il collegamento con la macchina da Festa arriva verso la fine dell' 800, quando a Recale viene introdotto il Giglio per festeggiare il Santo Patrono Antimo.
Dal 1887, data dei primi documenti storici ritrovati, abbiamo traccia di un passato fatto di Tradizione, Fede e Folclore.

Alcuni aspetti antropologici da sottolineare possono essere sicuramente l'abolizione della struttura per circa 20 anni (dal 1927 al 1945), ventennio che vede anche l'introduzione della Barca, sulla quale veniva collocata la statua del Santo portato in processione, ed il passaggio della banda musicale, che suonava sulla base del giglio, a suonare camminando davanti alla struttura, con la relativa introduzione della voce (Oh sotta sò, Oh izá), che va a sostituire la canzone dell' alzata.
Fino agli inizi del 900 si era soliti far scrivere canzoni d'occasione ogni anno per la festa, come per esempio Tarantella per il Giglio , del maestro Luigi Salzano di fine 800, con la quale il giglio cammina al passo cadenzato e scandisce il ritmo alla paranza che trasporta e balla l'obelisco sulle spalle ancora oggi dopo oltre 100 anni.
Ultima canzone ritrovata ha per titolo "Á Festa" scritta nel 1925 da Luigi di Giuliano.
Il giglio come detto in precedenza ritorna nel 1946, dove per alcuni anni riporta il rivestimento solo sulla facciata anteriore(dal 46 al 48) giglio classico a una faccia, per poi dal 1949 tornare nella sua veste esclusiva tradizionale a 4 facce.

Una delle particolarità che rende diversa ed unica la nostra festa rispetto alle altre, è sicuramente quella di realizzare sempre un giglio a 4 facce, e ad avere sul porta musica (spalliera inclinata nella parte anteriore della base) la statua di Sant' Antimo, scolpita nel 1822 dal Maestro Antonio Vassallo da Napoli, interamente in ciliegio, ricalca motivi del barocco napoletano. Contenuta all' interno del catalogo generale dei beni culturali, tutelata dalla soprintendenza delle belle arti della provincia di Caserta.

La festa del Giglio in onore di Sant’Antimo è iscritta dal 2018 all’ interno dell' “Inventario del Patrimonio Immateriale della Campania” (IPIC), come definita dalla regione a convenzione UNESCO.
Questo un altro tassello che mette un importante sigillo all' impegno profuso dai componenti del comitato festeggiamenti, che ogni giorno lavora per portare la festa ad altissimi livelli per la valorizzazione del territorio e delle tradizioni secolari che lo contraddistinguono.

Recale può vantare un' importante appuntamento annuale che ricongiunge familiari e amici, che in quei giorni raggiungono il paese da ogni dove.
Una sorta di periodo Natalizio in giugno.